lunedì 28 settembre 2009

BITA - ALE DAGLI ANNI '90 AD OGGI - 3^ PUNTATA

L'inizio del liceo si fece sentire con una profonda stretta allo stomaco alle sei del mattino. Mi è sempre successo, nelle giornate "importanti", di svegliarmi prima del suono della sveglia, attanagliato allo stomaco, infreddolito (che fosse inverno o estate) e fortemente combattuto tra il desiderio di non vivere mai quella giornata e il frizzante spirito che mi avrebbe poi spinto fuori dalle coperte. Conoscevo solo quattro persone in quella classe che sarebbe stato il mio "habitat" per i successivi cinque anni. Era proprio quello che mi spaventava: sono una persona che fa fatica ad aprirsi sulla breve distanza, ma so conquistare se mi si dà un po' di tempo per carburare. Non sono mai stato un esibizionista, un casinista, nè un leader. Ho sempre prediletto rapporti uno ad uno a coinvolgenti gruppi dispersivi, ho sempre preferito avere tre amici che venti conoscenti. Mi rincuora sapere che ora, a ventidue anni, non sono assolutamente pentito di quel lato del mio carattere.
Il liceo si rivelò una missione meno impossibile del previsto, riuscii a costruire i primi rapporti di "amicizia" e a mantenermi su un buon rendimento scolastico. In concomitanza col liceo, quell'anno, provai l'esperienza nefasta del Conservatorio. Dopo tre anni di violino durante le scuole medie (era una scuola a sperimentazione musicale) e vari incitamenti da parte dell'allora insegnante, tentai e superai la prova d'accesso per quella fantomatica "scuola della musica". Fu un anno orribile lì dentro, un professore assolutamente idiota e incompetente mi fece detestare il violino, altri corsi che giudicavo inutili e altri insegnanti iperesigenti o totalmente assenteisti, mixati con la mia patologica incapacità di "fare gruppo" mi resero la vita in Conservatorio un incubo. Pensate che ancora adesso ricordo con precisione il percorso dall'ingresso all'aula di violino, che facevo a piccoli passi (per prendere tempo) e col cuore a mille all'idea di come mi avrebbe trattato quel professoruncolo frustrato a cui piaceva fare il gradasso con un ragazzino.

La mia amica di sempre, Betta, quella che con il senno di poi avrei capito essere una sorella, cominciò in quei mesi invernali a mandarmi messaggini compromettenti. Ci stava provando? E soprattutto, perchè no? Non ho mai avuto uno straccio di ragazza, sarebbe il caso di svegliarsi. La andai a trovare nella sua scuola di suore (lei era ancora in terza media), senza dire nulla ai miei, prendendo un autobus da solo e vagando "alla cieca" per arrivare dove dovevo. La classe di Betta era in mensa, in pausa pranzo, ma aveva la libertà di girare per l'edificio senza problemi. Mi disse, come scusa, che stava cercando una sua amica e avrei dovuto accompagnarla. Giunti in un corridoio deserto, dissi allegro e stupido "non c'è, proviamo altrove". "No... aspetta..." mi disse lei. "Perchè? Aaah". Quando si dice l'idiozia. Fu lei a baciarmi, io ero paralizzato, braccia sui fianchi, occhi chiusi strizzati, terrorizzato dall'idea di poter baciare male. Non fu bello come il "primo vero bacio", ma fu più intenso.
La "storia" non decollò, non uscemmo mai. Mi fa specie sapere che sto parlando praticamente di una sorellina. Perdipiù lesbica, ora. Ma questa è un'altra storia. Che non mancherò di raccontare.

Quell'estate riponevo milioni di speranze nel mio agosto al lago. I miei genitori mi avrebbero lasciato a casa da solo per parecchio tempo, avrei potuto godermi l'estate al meglio, dare tutto me stesso, ancora una volta, nell'unico mese dell'anno in cui riuscivo a farlo. Il primo giorno, dopo una partita a tennis proprio con la Betta, decidemmo di scendere a casa mia con tutti gli altri della compagnia. E' emozionante una casa libera per dei ragazzi di quindici anni. Con la bici scesi alla velocità della luce da quella discesa che avevo percorso centinaia di volte. Al termine della discesona, vicino alla piscina, qualcosa andò storto. Mi curvai troppo, la ghiaia per terra finì sotto la ruota, mi prese il panico, inchiodai. Non sono esperto di velocità, non so a quanto andassi. Ma andavo forte forte. L'urto fu tremendo. Istintivamente portai avanti il braccio sinistro, che si piegò nettamente di 90 gradi. Picchiai il mento, la testa rimase a pochi centimetri dal muro dove sbattè il resto del corpo. Nello schianto mi dissi "ora muoio". Mi rialzai sanguinolento, pensai che fosse solo una botta, ma l'osso che usciva dal polso mi fece capire brevemente il contrario. Mi portarono al pronto soccorso dove solo per poco riuscii a scampare l'operazione chirurgica. Me la cavai con due mesi di gesso e tre punti al mento. Un'estate rovinata. Tanto su cui riflettere.

La seconda liceo fu ricca di novità. Lo schianto in bici e le contemporanee speranze distrutte mi fecero capire che non potevo riporre tutta la mia vita su un solo mese all'anno. Mi approcciai al secondo anno con un'altra mentalità. Conobbi in quella situazione Fra, una delle persone che più avrebbe contribuito a cambiarmi la vita nell'anno a venire, con cui avrei stretto una sorta di legame inscindibile, nonostante le nostre strade, ora, si siano distanziate. Conobbi e legai anche con Fede, incredibilmente un amico maschio (sulla cui carenza i miei genitori cominciavano a borbottare). Stava finalmente uscendo una parte più sicura di me, il confronto con dei "pari" anche nei restanti 11 mesi dell'anno stava facendomi del bene e stavo finalmente crescendo, recuperando il gap che avevo accumulato dai miei coetanei.

La gita a Roma del secondo anno mi aprì un mondo: quello gay. Non ci pensavo più, non ero io quel bambino precoce che terrorizzava i bambini all'asilo. Eppure la realtà omosessuale tornò a sbattermi in faccia con una prepotenza che non poteva passare inosservata. L'estate 2003, infatti, fu anche quella delle prime esperienze gay...

(continua)

3 commenti:

  1. Un altro lunedi è arrivato...ed immancabile è arrivato anche l'appuntamento con BITA!
    Sei complice della mia disattenzione a lezione questa mattina, Ale :D
    Per prima cosa, fammi dire un...NOOOOOOOOOOOO!!!
    Ma dai!!! Tu ed Elisabetta vi siete "annusati" per un periodo...PESISSIMO!!! Questo si che è un vero risvolto inaspettato nel racconto :D
    A fronte di tutto ciò che è successo, ed il rapporto che avete ora, siete stati proprio fortunati ad incontrarvi.
    Meno fortunato, invece, la volta che ti sei ammazzato in bicicletta! Come diavolo hai fatto, fox!!! Hai rischiato di ammazzarti sul serio o_O
    Mi spieghi come avrei fatto se tu ti fossi ammazzato quel giorno? Non avrei nulla da leggere durante la lezione, ora XD
    Come te, ho provato l'esperienza del conservatorio ma, devo ammetterlo, l'ho trovato molto più divertente di te : la mia prof era donna e suora, molto simpatica ed un pò molto mamma. Sarebbe stato impossibile trovarsi male con lei. Ancora adesso, quando posso, la vado a trovare...ed, ancora adesso, le faccio sanguinare i timpani con una mia esibizione privata :D
    Non vedo l'ora di leggere il prossimo episodio sul tuo viaggio nel mondo della perdizione romano :P
    Intanto complimenti per questo nuovo episodio, Alettì
    Buona giornata ^^

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  2. EH NOOOOOOOOOOOOOO! :D
    Ancora ancora dai!

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  3. Interessante l'accostamento "ROMA-GAY" :D

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