sabato 28 febbraio 2009

FIST OF ZEN

Mi chiedo perchè nessuno ne abbia mai parlato prima. Fist of Zen è il programma della vita. Scovato una sera a caso, per sbaglio, va in onda tutte le domeniche sere, alle 23.30, su Mtv. Protagonisti sono 5 ragazzi, diversi di volta in volta, amici nella vita e perfetti stereotipi dei maschi etero idioti, machisti, violenti e mononeuronici.
A turno i cinque pescano, da un cilindro in cui ogni ingresso ricorda - volutamente o meno - un imene, delle palle colorate. Chi prende la rossa è salvo, l'unico che pesca la palla nera paga pegno.
E con "paga pegno" non mi riferisco a un buffetto sulla guancia, un calcetto nel sedere o alla visione obbligata di una puntata di Porta a Porta con Povia, Gasparri e la Mussolini ospiti unici impegnati nel contradditorio con un bambino di quattro anni e un sasso, no. Parlo di prove inimmaginabili, al limite della tortura cinese. Mangiare cracker letteralmente ripieni di wasabi, ricevere forme di formaggio sparate contro con una fionda, sorbirsi i peggiori odori condensati in una scatola di vetro riuscendo a non soffocare, riempirsi il setto nasale con due litri di birra, mangiare la pasta direttamente dalla barba di un barbone, rimanere sotto le ascelle di un uomo grasso e sudato per trenta secondi. Il bello di queste prove è il contorno: i ragazzi sono obbligati a rimanere in assoluto silenzio, sia gli altri - che ridono - sia il protagonista, che soffre le pene dell'inferno.

Ogni prova superata vale 100 sterline (è inglese), alla fine della puntata gli indomiti, provati nello spirito e nella mente (quella era già stata provata alla nascita), devono superare l'ultima prova, la tirata del collo di serpente. Di solito trattasi di abilità, tipo mettere delle uova in equilibrio su un piedistallo usando delle bacchettine giapponesi, ma non è quello il bello. Il focus sta nel contorno. L'ultima prova, infatti, li vede legati per il pene con una cordina mentre, da dietro le telecamere, qualche sadico autore glieli tira violentemente. Ve lo consiglio vivamente.




I LOVE SHOPPING



In una parola "superfluo". Perchè è l'elogio del superfluo, da parte di questa deliziosa quanto stupida protagonista che fa di tutto per riempire di vestiti, oggetti e accessori la sua casa e la sua vita. A tratti tremendamente scontato, a tratti esilarante, è tratto (gioco di parole voluto) da un libro (o dall'intera collana, non ho capito) che è stato un indiscusso trionfo editoriale. Il film si fa guardare, forse un po' lunghetto (quasi due ore) per essere una commedia senza pretese, visto che non veicola nessuna morale del tipo "l'importante è ciò che si è dentro". Qui l'importante è una buona commistione tra ciò che si è fuori e ciò che si è dentro, alcune situazioni troppo forzate non giovano al film, alcune gag sono fantastiche. L'aspetto indubbiamente più geniale è quello dei manichini capaci di prendere vita al passaggio della protagonista davanti alle vetrine, chiedendole di entrare e tentandola, nella via peccaminosa dello shopping compulsivo.
Voto: 6,5

venerdì 27 febbraio 2009

THE MILLIONAIRE



Ho visto quello che è stato eletto "miglior film" agli ultimi Academy Awards, associazione con la quale - già s'è visto - non mi son mai trovato particolarmente d'accordo. E visto che il mio giudizio vale tanto quanto (se non più di) quello dei vari critici musicali che hanno solo il merito di sapere di cosa stanno parlando, vorrei dire la mia. Non conosco i quattro che erano in nomination con lui, fatto sta che il televoto ha avuto ragione, è veramente un gran bel film. Con la coraggiosa ambientazione dello studio che tutti conosciamo di Chi Vuol essere Milionario (uguale in tutti i paesi), comprese musiche annesse e conduttore idiota, arrogante e pieno di sè esattamente come nella versione italiana, ha il pretesto per introdurre la vita del suo protagonista in tutte le sue sfaccettature. Bella storia, bella recitazione, riesce a raccontare i modi in cui il protagonista viene a conoscenza delle risposte senza renderlo evidente, pretestuoso o surreale, ma un discreto contorno, a seconda del contesto in cui essa si verifica. E' realmente toccante, il finale, dopo due ore che volano letteralmente via, è un happy ending non banale, ma felice e decisamente sciogli tensione. Ipnotizza lo spettatore tenendolo letteralmente incollato - ho rimandato la pipì di un'ora rischiando seramente la vescica - allo schermo, perchè tutto fila, tutto regge. E' un bellissimo racconto, come non ne vedevo da tempo. E lo dico io, che detesto tutto ciò che è ambientato in paesi come l'India, l'Afghanistan e tutte le mete turistiche di Cristian De Sica, di anno in anno.

Voto: 8,5

giovedì 19 febbraio 2009

SENZA FINE...



Questo cuore me l'ha fatto lui, in un normale pomeriggio, col das. L'ho poi colorato io, in due normali pomeriggi (ognuno ha i suoi tempi...) con la bomboletta spray. Per lasciarlo asciugare l'ho dimenticato sul bordo della finestra del bagno. Ma c'era vento.

Morale della favola: se questo cuore di das ha sopportato un volo dal secondo piano scheggiandosi solamente, cosa mai potrebbe distruggerci?

Edit: forse non si è capito, ma il cuore è uno solo, ho fotografato le due facce.

sabato 14 febbraio 2009

SAINT VALENTINE

Questo post si pubblicherà in automatico alle otto e trenta. Da questa cosa si deduce che ora non sono le otto e trenta e che sto spudoratamente sperimentando la funzionalità di pubblicazione automatica che blogspot - sempresiaperilmomentolodato - offre. La cosa è fatta per impedire che il mio ragazzo finisca sul blog e legga il programma della serata prima del tempo.
E' il primo San Valentino che passo con lui, dato che l'anno scorso il suo gruppo universitario aveva ben pensato di andare in gita a Praga a cavallo di San Valentino, San Faustino e del quarto mese assieme. Cosa farò? Cena a casa mia. E' sempre stato il mio modello romantico per eccellenza, quello di invitare a casa mia la persona che amo e cucinare qualcosa di delizioso accompagnando il tutto da vino, candele e musica. Il mio immaginario da film di quart'ordine, tuttavia, ha sempre cozzato con la cruda realtà, ossia il fatto che nessuna anima pia avesse la pazienza di sopportarmi per più di due giorni.
Ma stasera deve essere tutto perfetto. Come un bel film di quart'ordine comanda. Mi laverò, vestirò, cucinerò e sarà l'ennesima serata perfetta. Perchè è la sua presenza che la rende tale. Non so come abbia fatto, in poco più di un anno, a cambiarmi come mai nessuno prima. Ha cancellato l'Ale che c'era prima - cosa che ritenevo praticamente impossibile - mettendomi di fronte a nuovi modelli di vita. E anche se, a tratti, vecchie parti di vecchio me ricicciano fuori, so che la sua costante presenza e la certezza di quello che siamo mi aiuterà e ci aiuterà a crescere sempre di più. E quindi Buon San Valentino al mio amore e a chiunque passerà da queste pagine, perchè l'amore fa bene e rende più forti. E fa crescere sani e robusti.

Dopodichè, se ho fatto troppo affidamento sulla funzione di pubblicazione automatica e la cena finisce a coltellate, alle 12.00 di domani è prevista l'auto pubblicazione del mio testamento biologico, è chiaro.

martedì 10 febbraio 2009

OCCHIO PER OCCHIO

Tra i mille appuntamenti mondani dell'anno quello che sopporto di meno è la visita oculistica. Il primo problema è di natura pratica: non posso farmi mettere le gocce da mani che non siano le mie. Perciò, ogni santa volta, che la sala sia deserta (mai) o che ci siano cento persone (sempre), parte la pantomima del "senta le gocce me le metto io, fa niente?". Roba che comunque ci metto mezz'ora eh... dopotutto sono la persona che ci ha messo un anno e mezzo a imparare a mettere le lenti a contatto. Oltre alle gocce mi dà fastidio il test della vista. Che lettera è questa? D, C, Z, F, R, O... no Q? ... no D?... 3? ... violino? Non è tanto la manche di Passaparola a darmi fastidio, quanto l'aria scocciata dell'oculista. Ogni risposta sbagliata mi guarda male o sbuffa infastidita. Oggi, esasperato, ho chiesto scusa per avere gli occhi di un gatto ipovedente. Son qui apposta però. Tra l'altro, da bambino, per evitarmi il drammone (corredato da mamma che scuoteva la testa preoccupata), mi imparavo a memoria il tabellone delle lettere e mi ritrovavo puntualmente con lenti utili giusto ad accenderci un fuoco. Oggi, forse memore del mio talento mnemonico, si è assicurata della mia onestà col seguente dialogo:
<<"Lettera?"
- Zeta
"Zeta perchè la leggi o Zeta perchè te la ricordi?"
- no no Zeta... Zeta giuro la leggo Zetaaaa>>
Che poi sta donna mi ha sempre incusso un certo timore. Dall'età imprecisata, poteva avere quarant'anni come sessanta dieci anni fa e potrebbe averne cinquanta come centodieci ora. Ha l'aria da fragile nonnetta tutta trini e merletti (cit.) ma credo che potrebbe sbriciolare diamanti con la stessa facilità con cui dice "sono novanta euro o centoventi con la ricevuta".
Odio, infine, l'aria confusa che assumono le cose quando vengono viste con le pupille iper dilatate. Mi fa sentire Annalisa Minetti ospite a Pomeriggio 5.

domenica 8 febbraio 2009

LA MAFIA DI PET SOCIETY

C'è un'applicazione, su Facebook, che nasconde una delle più sordide storie di truffa, trucchi, illeciti e ricatti mai vista prima. La cosa che mi colpisce di più è che tutto ciò si cela dietro agli occhietti luccicosi e alle guanciotte piene di innocui animaletti colorati. Cani, draghi, pulci, sgorbi, cinesi nani... non so cosa dovrebbero rappresentare i "pet" di Pet Society, fatto sta che vengono gestiti come teneri tamagotchi e, allenandoli, li si può far salire di livello come dei Pokemon (scrivo anche Gormiti, così è palese il tentativo di farmi trovare da qualche bambino google-munito) e, cosa ben più importante, gli si può comprare tanta bella roba per arredare casa. Tutto bello, se non fosse che far soldi è praticamente impossibile e gli oggetti più belli costano quanto il guadagno medio di due settimane, senza mangiare nulla.
Un gioco limitato, quindi? No, tutto'altro. Con un sistema che non vi spiegherò e ripeto non vi spiegherò, è facile ottenere un credito pressochè illimitato e farsi la casa dei propri sogni. Basta? No, perchè è facile cadere nel vortice della dipendenza. Alcuni oggetti, infatti, definiti "rari", son reperibili solo in pesche fortunate coi pacchi a sorpresa o scambi con esosi possessori. E' da questo principio che nascono dei veri gruppi dedicati, sempre su Facebook, allo scambio tra allenatori. Tutti che barano, chiaramente, e si promettono migliaia di soldini virtuali per ottenere in cambio oggetti sempre più rari. Ci son tutte delle regole proprie, come un piccolo microcosmo che ha imparato ad auto regolamentarsi, si isola chi imbroglia (sì, quindi chi "imbroglia gli imbroglioni") e non dà gli oggetti promessi, visto che il tutto è abbastanza affidato al fidarsi della parola altrui. Dovreste farci un salto, su quei gruppi, per vedere cosa si nasconde dietro agli oggettini di san valentino.

Da Facebook è tutto, linea a te, Milena Gabanelli

sabato 7 febbraio 2009

YES MAN



La sua vittoria nella scelta del film è avvenuta per un soffio, se non fosse stato per il veto al drammone posto dalla mia amica, si sarebbe visti quello con Di Caprio e la Winslet. E non parlo di quello in cui lui affoga nell'oceano mentre lei lo guarda sorniona da un'asse di legno tre metri per quattro con soppalco affittabile. Yes Man è un film carino, sicuramente capace di offrire spunti comici e momenti carini. Ora, non so se a causa della compagnia che mi era capitata in sala (leggasi: una mandria di iene ridens che mi hanno ricordato perchè non vanno viste commedie al cinema) o a causa dell'elevata similarità a contesti di altri film con Carrey (Una settimana da Dio, su tutti), ma mi è piaciuto meno di quanto mi dovesse piacere. Voglio dire, c'è lui che è straordinario. The Mask, The Truman Show, The Bastard Sons of Dioniso, può fare TUTTO quest'uomo, dalla commedia demenziale al drama più cupo e misterioso (Eternal Sunshine on the Spotless Mind, su tutti - da noi conosciuto con il titolo spaventapasseri di "Se mi lasci ti cancello", ma anche "Number 23"), mi stupisco che non abbia ancora vinto l'oscar. O il nobel, il grammy, l'emmy, il gremlin. Qualcosa. Veicola un messaggio positivo, questo film, l'importanza di dire "sì" e non lasciarsi sfuggire certe occasioni. Se lo ricordasse l'impiegato di banca quando andrò a chiedere quel prestito di dieci milioni di euro per far partire la mia personale catena di Starbucks in Italia. Un po' eccessiva la stereotipazione delle situazioni e dei personaggi, a volte rispettivamente forzate e prevedibili, a trascinare il tutto solo lui, quel grande grande attore. L'ora e quaranta passa in maniera piacevole, ma probabilmente quella sorta di Titanic 2 mi avrebbe dato più soddisfazione.

Voto: 6,5

domenica 1 febbraio 2009

NON E' UN PAESE PER VECCHI



... e non è un film per giovani. Non è un film per coppiette che cazzeggiano il sabato sera e decidono di vedere questo film. Perchè è già uscito in DVD, giusto? Vabbè, se non è così siamo andati al cinema. E me lo ricordo. O comunque l'abbiamo immaginato. Non è scaricato, insomma. Partiamo dal presupposto che questo film ha vinto l'oscar come "miglior film" nel 2008 e che probabilmente l'ultimo film insignito di tale titolo che ho visto è stato Titanic, fatto sta che c'erano tutti i presupposti per essere incuriositi - con giusto quei 12 mesi di ritardo - dalla pellicola. La delusione è stata relativamente grande, mi è sembrata una sorta di western dei giorni nostri con punte di "Prova a prendermi" e "Mr and Mrs Smith", per citare due film non propriamente indimenticabili. Forse mi è sfuggito totalmente ciò che rende il film "speciale", ma ci ho capito poco. Mi sembrava di essere tornato ai tempi di Vanilla Sky; tuttavia, se lì c'era la giustificazione dei salti temporali, del continuo passaggio tra realtà e finzione, qui è tutto lineare, in teoria. In pratica non ci si spiega la metà delle cose: come fa a trovarsi lì il protagonista? Perchè ci sono più cadaveri che nella striscia di Gaza durante l'Hannukkah? Perchè questa sorta di cowboy dei giorni nostri (o quasi) si impelaga (vv: impelagarsi) in una situazione del genere? Però è appassionante, lo spettatore si chiede "che farei io in questo caso?" e tutta la dimensione da "incubo" del costante sfuggire all'inseguitore pazzo, interpretato non a caso dal fratello di Ray in "Tutti amano Raymond" dopo un passaggio di piastra per capelli rende il tutto meravigliosamente ansiogeno. Finale tragico e ambiguo, avrei gridato al capolavoro se il pluriomicida, dopo avere ucciso qualsiasi forma di vita più grande degli scarabei, fosse realmente morto in un incidente stradale. Il tutto è intriso da un costante iper realismo e condito da qualche dialogo un po' superfluo, ma forse adatto a quel mondo implausibile ma reale creato dai fratelli Coen, oscar per la miglior regia.
Pazienza, sono un ignorante. D'ora in poi solo film dalla catena "Vacanze di Natale".

Voto: 6