Colpiscono le tendopoli-lager, ad esempio; posti dove gli sfollati, già sotto shock, non hanno gli stessi diritti che avrebbero nella piazza del paese: divieto di manifestare, divieto di riunirsi in gruppo (!), militari che chiedono "dove sta andando" ad una donna fuori dal camper dopo l'orario di cena, impossibilità da parte di esterni di entrarvi. E ancora, gente spedita in hotel sulla costa a centinaia di chilometri, case perfettamente abitabili o sistemabili con pochi giorni e pochi euro che vengono fatte obbligatoriamente abbandonare, conferenze stampa con giornalisti selezionati all'ingresso, notizie mandate all'ansa e bloccate ancora prima di poter essere pubblicate. E in tutto ciò (e molto altro che ora il meccanismo di rimozione mi sta aiutando a dimenticare), cittadini contenti, entusiasti dell'operato del governo. Perchè in fondo Silvio (ed è già drammatico il fatto che sia conosciuto presso i suoi adepti per nome, come un re, un leader spirituale o un dittatore) ha fatto tanto per loro, e se c'era la sinistra non eravamo messi così bene. E intanto le case della protezione civile, costate inutilmente centinaia di migliaia di euro, con triple messe in sicurezza, superflue e ipercostose, champagne in frigo (sì, era tutto drammaticamente vero) e vettovaglie, vengono consegnate a un terzo degli sfollati. Gli altri? Fatti loro, a Settembre le tendopoli vengono chiuse per far vedere che la situazione non è ferma, e vengono mandati altrove, magari negli hotel sulle coste.
Intense le scene della vecchina a cui viene chiesto di andare in ospizio ("gli ho risposto, lei non ce l'ha una madre? Ecco, ci mandi lei all'ospizio") e soprattutto del padre che, fidandosi della comunicazione di propaganda di cui lui stesso era stato complice, tranquillizza i figli nella notte delle scosse (prima di quella più forte) condannandoli a morte certa.
Intense le scene della vecchina a cui viene chiesto di andare in ospizio ("gli ho risposto, lei non ce l'ha una madre? Ecco, ci mandi lei all'ospizio") e soprattutto del padre che, fidandosi della comunicazione di propaganda di cui lui stesso era stato complice, tranquillizza i figli nella notte delle scosse (prima di quella più forte) condannandoli a morte certa.
Lui e il suo senso di colpa, storie vere di speculazioni, scandali all'italiana e la lotta contro l'informazione di questo governo sono al centro di questo documentario. E vederlo, mai come in questo periodo, è un dovere civico.
Voto: 8
Voto: 8