mercoledì 31 agosto 2011

BLOG DAY 2011

Ogni anno credo che la cosa interessi sempre meno gente. Quest'anno è pure peggio: il sito ufficiale non è manco aggiornato. Solita manfrina: cos'è il Blog Day? Un giorno in cui si pubblicizzano (con relativi link) 5 blog in giro per la rete. Perché la si celebra il 31 agosto? Perché la data 3108, con tanta, tanta immaginazione, dovrebbe rappresentare la scritta BlOg, presumibilmente in azteco. E allora via, con i miei consigli su come ottimizzare la vostra perdita di tempo sul web.

1. Melamorsicata è, a mio avviso, il blog numero 1 per quanto riguarda gli aggiornamenti dal mondo Apple. Novità, anteprima, indiscrezioni su nuovi iPhone, Mac e sistemi operativi, arrivano su queste pagine prima che su altri siti. 

2. Sticky Notes, un Tumblr non pornografico (ed è già un'impresa) molto personale sempre in grado di rendere perfettamente l'idea di ciò che sta provando il suo proprietario. Di solito lo leggo dopo un po' di giorni, recuperando tutto assieme. 

3. Le Turbe nell'Urbe, di @andreaper, tra i follower più gradevoli della mia timeline di Twitter. Scritto benissimo, aggiornato di tanto in tanto (ma chi sono io per dire qualsiasi cosa sull'argomento?) e impreziosito da punti talmente introspettivi da risultare intimi, senza essere sbattuti in faccia.

4. Cucina con Ale. È il mio programma preferito sul mio canale preferito. Ed è progettato in Wordpress, quindi vale come blog. Le migliori ricette di Cucina con Ale; alcune sono pure fattibili.

5. Andy Violet, completa il quadro per il genere blog-nonblog, che è presente nei miei Blog Day dal 1921. Poesie, prose, acronimi, testi, appuntamenti letterari. Il ragazzo (è un professore ma dalle foto mi sembra un giovine, quindi mi si conceda il 'ragazzo') è un must-have anche su Twitter. Followatelo come se non ci fosse un domani. 

martedì 30 agosto 2011

IL PERDONO /1

Il perdono è un concetto molto cristiano-cattolico, nella nostra cultura. Ci viene insegnato fin da piccoli che per essere perdonati dobbiamo pentirci veramente di ciò che abbiamo fatto, confessare la cosa ottenendo automaticamente l'espiazione totale della colpa. Pensateci, nella confessione cristiana, quella con cui veniamo cresciuti, impariamo che ci si può liberare del peso di ciò che di sbagliato abbiamo fatto periodicamente, con un rituale sempre uguale a se stesso. Si va, ci si "pente davvero", tutto va a posto da solo. La prima confessione - intesa come il sacramento religioso - probabilmente funziona davvero su questo principio. Complice la tensione della prima volta, un bambino di pochi anni ci crede davvero, al reale pentimento. Poi, volta dopo volta, anno dopo anno, tutto perde di significato e credibilità. I peccati - veniali, perché stiam pur sempre parlando di roba cattolica - vengono elencati a mò di lista della spesa, del reale pentimento finisce per non esserci più traccia. Hodettoleparolacce hodisubbeditoaimieigenitori hofattoicapricci nonhostudiato e via dicendo. Infila due parole a casaccio tornando a posto (o non farlo, che cambia?), segui il solito rituale e sarà tutto come se niente fosse successo. Ci vediamo tra qualche mese, meglio se prima di qualche festa comandata. 

Questo è il concetto di perdono con il quale cresciamo. Di base, ci viene fatto credere che tutto può essere concesso e perdonato. La disuguaglianza di questa religione, in cui trovo davvero impossibile identificarmi anche sforzandomi, parte dal fatto stesso che la persona non è degna di essere sia perdonabile che perdonante. In quanto peccatori blablabla, solo una figura di riferimento, su cui tuttavia nessuno può questionare, giudice di default, può perdonarci.

Così si cresce senza imparare a perdonare. Ognuno impara quest'arte di straforo, incastonandola nel proprio sistema di valori e nelle proprie abitudini, soprattutto immaginando cosa farebbe in una determinata situazione. Si ascoltano storie altrui e ci si chiede come ci si comporterebbe in prima persona. Nessuno ci insegna cosa significa perdonare e come si può far capire ad una persona cosa significhi essere perdonati, cosa passa per la testa dei due agenti, quello che deve farsi perdonare e quello che deve perdonare.

Io sono sicuro di non essere capace a perdonare. Che è diverso da non perdonare. Non saprei cosa fare, che rassicurazioni chiedere, che promesse far fare. Per come sono fatto, cerco di attenermi ai miei valori andando dritto per la mia strada. 

Una persona deve dimostrarmi qualcosa, anche solo per discutere reciprocamente la situazione relativa alla questione perdono. 

[continua]

lunedì 22 agosto 2011

BACK FOR GOOD

Tornato dalla breve vacanzina calabrese. Appunti sparsi:

- attraversare l'Italia di notte, in macchina, è un'esperienza di vita. In quanto tale, tenderei a non ripeterla, stamattina ho preferito fermarmi all'autogrill quando m'è sembrato di sorpassare il camion di X Factor guidato da Arisa versione "Sincerità". 
- se avete una bambina che, a 7 anni, non sa ripetere altro che "non voglio, non voglioooo, aaaaaaaah" sopprimetela subito. 
- il fatto che il nord Italia ci abbia abituato a prezzi assurdi sul cibo non significa che siano cose accettabili: là con 10 euro a testa mangi fino a scoppiare, qui fai due viaggi in metro.
- ho disimparato a guidare col buio (altro modo per dire che i compagni di viaggio non hanno gradito il tornante preso a Rally WRC). 
- non esserti scottato dopo 3 giorni non ti esenta dal poterti scottare il quarto, keep calm e mettiti la crema.
- non ho più l'età per tirare le quattro di mattina. Ma manco le due. E già verso mezzanotte comincio a mugugnare un po'.
- l'ostacolo principale alle belle mete turistiche di questo Paese sono quelli che ci abitano tutto l'anno, convinti di avere una sorta di diritto di prelazione che, invece che avvicinare i turisti, li allontana. 
- ho tanto da scrivere
- potrei camminare su sassi e arrampicarmi su scogli per il resto della mia vita

sabato 20 agosto 2011

lunedì 15 agosto 2011

GARDALAND O MIRABILANDIA?

Dato che il post su McDonald's versus Burger King ha attirato sterminate folle di amanti del testa a testa, continuiamo su questo filone affrontando le più stimolanti rivalità di sempre: Coppi o Bartali? Costantino o Daniele? Ketchup o Maionese? Heather Parisi o Lorella Cuccarini? Per il testa a testa di oggi, signore e signori: Gardaland e Mirabilandia

Ho avuto la fortuna, nei giorni scorsi, di provare, dopo anni di predominio made in Garda (anche per la maggiore vicinanza alla città che mi ha dato i Natali), la romagnola Mirabilandia. Diamo un rapido sguardo a chi ha la meglio, tra le due, sotto tutti gli aspetti che mi possono venire in mente. 

Adrenalina. Perché parliamoci chiaro, se hai un'età compresa tra i 12 e i 40 anni, in quei posti ci vai per fare le giostre più adrenaliniche. Gardaland offre Magic Mountain, Blu Tornado, Space Vertigo e in un certo senso anche Top Spin, Mirabilandia risponde con iSpeed, Katun e le ex Torri Gemelle, ora ribattezzate non-so-come in nome del politically correct. E qui non ce n'è per nessuno: l'accelerazione iniziale dell'iSpeed (da 0 a 100 in 2.2 secondi), le altezze e la velocità del Katun e pure i saliscendi delle torri (che offrono due esperienze diverse, al contrario dello Space Vertigo) fanno di Mirabilandia la vincitrice indiscussa. Se non avete mai fatto giochi del genere è meglio partire soft, ma per sentire davvero qualcosa, Mirabilandia. 

Novità 2011. Raptor contro Master Thai. Pur non raggiungendo velocità pazzesche, Raptor è una delle novità recenti più gradevoli di Gardaland, soprattutto in confronto al ridicolo double rollercoaster di Mirabilandia. Appoggiato su legno (pare provvisorio), spesso fermo nella giornata in cui sono stato là, non dà niente. Pura perdita di tempo. La prima discesa di Raptor, invece, è unica nel suo genere. Gardaland ha guadagnato qualcosa con la sua novità 2011. 

Giochi d'acqua. Per bagnarti, a Gardaland, devi sederti in determinati posti su Fuga da Atlandide e Jungle Rapids. I tronchi del Colorado Boat sono ridicoli, se non hai meno di 10 anni. Per bagnarti, a Mirabilandia, devi esistere. A parte l'Acquasplash (per bambini) e Rio Bravo (dove comunque ti bagni maggiormente rispetto all'equivalente di Gardaland) Niagara e Raratonga sono sostanzialmente docce. Nel primo ci si lava ovunque, sia sul gommone sia nei paraggi, vista l'onda-tsunami scatenata dalla discesa. Nel secondo si parla di una lotta tra persone dotate di cannoni ad acqua. Per uscirne asciutto, non devi praticamente avere nessuno nelle due barche vicine. Vince, a mani basse, Mirabilandia

Gente. Spiace generalizzare, ma ci sono dei punti in cui Mirabilandia sembra, nella migliore delle ipotesi, un acquapark dell'hinterland napoletano. La possibilità (abusata) di stare e girare a torso nudo, le urla della gente, la mentalità tutta italiana alla "chissenefrega se mio figlio ha meno di 12 anni, noi diciamo che ce li ha e gli facciamo fare la giostra", o alla "se mi stufo salto la fila, che mi frega" e, in generale, sguardi loschi da persone che, magari è solo la faccia, ma il portafoglio io me lo terrei stretto, le ho viste solo a Mirabilandia. Gardaland è più "europea", gli stranieri sono più tedeschi che russi/albanesi, il clima è più quieto, le cose sembrano più ordinate. Per me vince Gardaland

Prezzi. Partendo dal presupposto che si parla comunque di due associazioni a delinquere, visto che non si può evitare di lasciar giù l'anima, è una lose-lose situation. I prezzi dei biglietti si equivalgono sommariamente, tra offerte (il serale di Gardaland è conveniente, ma a Mirabilandia il giorno dopo entri gratis, ecc.) e sconti. All'interno dei parchi spendi inevitabilmente, anche solo per rinfrescarti. Diciamo che ci sono rimasto parecchio male dell'1,50 € romagnolo per mezzo litro d'acqua naturale (ovunque, ovviamente) e dei 5 € obbligatori per un sorso di granita. D'istinto direi Gardaland, ma preparatevi a spendere come se non ci fosse un domani. Se siete i tipi, i panini da casa, per un giorno, non sono una cattiva idea.

I salta file. Gardaland ha un biglietto che permette di fare una decina d'attrazioni saltando la coda. Mirabilandia, più o meno allo stesso prezzo, ha un ovetto elettronico che ti "prenota", mettendoti virtualmente in coda a un'attrazione. Quando questa è pronta, si va e la si fa, saltando la coda. Nel frattempo, si può riposare all'ombra o fare un'altra attrazione. Ovviamente non c'è paragone, Mirabilandia è andata oltre il 1990. 

Ambiente. Tanto verde a Mirabilandia, più grande e un filino più dispersiva, ma in piano e senza le salite e le discese spacca-gambe di Gardaland. Gardaland vince per tematizzazioni: le varie aree a tema sono ben caratterizzate e hanno una certa credibilità. Ok, uno non cerca gli abbellimenti in plastica quando fa un gioco, ma di sicuro aiutano a rendere più credibile il tutto. Chi vince da una parte, chi dall'altra, pari

Chi vince? Mirabilandia, di almeno un punto. Potendo andare, l'anno prossimo, solo in uno dei due, andrei lì. Ma vivendo nella nebbia padana, me ne tornerò zitto zitto in GardaLandia. 

giovedì 11 agosto 2011

PER LORO UN CLICK, PER ME UN FUCK

Come ho accennato qualche post or sono, il mio vecchio blog (quello su msn, poi diventato Live Spaces, poi diventato DioSaCosa.com) è andato perso, del tutto, per sempre, irrimediabilmente, senza possibilità di tornare indietro (ok, lo sto facendo di nuovo...). 

Live Spaces è diventato Wordpress, e ha dato ai suoi utenti una finestra temporale di un mesetto circa, lo scorso marzo, per "battere un colpo", confermare di essere ancora vivi e trasmigrare tutti allegramente su Wordpress. Non una mail, non un avviso che andasse oltre il loro sito ufficiale, che, come potete immaginare, non è esattamente la mia homepage. Persa quella finestra, perso tutto. Io, che, beata innocenza, non mi sono accorto della cosa fino a qualche settimana fa, non posso fare più nulla. Il mio primo blog, quello dove ho parlato di me dal 2005 al 2009 (quando mi son spostato qui su Blogspot, per intenderci), non c'è più. I link che trovate qui a destra - ma che tra poco toglierò, vista l'inutilità - non portano più da nessuna parte. Nemmeno quelli della sezione "Io rileggerei" - che andrà cambiata mettendo i menopeggio di questo-blog-qui, suppongo. Quasi quattro anni di diario virtuale di vita, persi.

E c'era tutto, in quel blog lì. C'ero io, alla fine del mio quarto anno di liceo, tutto colorato e bimbominkioso, mezzo etero mezzo bisex mezzo represso mezzo confuso (quindi un 25% più che mezzo), alle prese con le begucce coi compagni di classe. C'era la mia prima cotta, la gita di quinta, la notte prima degli esami, il mio test d'ingresso in università, le mie prime ossessioni per dei ragazzi, i viaggi più significativi della mia vita, le riflessioni di un adolescente in crescita e in accettazione, il mio primo appuntamento, il mio primo bacio. Tutto. C'era tutto, lì. 

C'erano i racconti più belli, i post scritti meglio, quelli che mi han davvero cavato lacrime dagli occhi mentre li scrivevo. C'erano i primi passi nel mondo della scrittura, c'era un'evoluzione di un bambino che diventava ragazzo che diventava quello-che-sono-adesso imparando a scrivere a raccontarsi. 

Ora, c'è un errore 404. 

lunedì 8 agosto 2011

VARIE ED EVENTUALI

Francamente, mi sono rotto i coglioni. Dopo un Giugno della madonna, tutto ciò che ci resta per la stagione più bella dell'anno è stato un luglio orribile e un agosto, alle porte, che si prospetta, se possibile, pure peggio. Hai 9 mesi di tempo per piovere, nevicare, fare freddo e deprimere il mondo, dacci tregua almeno ora.

Ho scelto il Verdana perché a) ci sono quattro font in croce tra cui scegliere b) mi ricorda il mio vecchio blog c) allarga e i post sembrano più lunghi anche se scrivo cazzate, un po' come facevo nei temi del liceo quando mi trovavo a scrivere parole come "evidentemente", "ineccepibile" o "legittimamente" solo per andare oltre le due pagine e mezza. 


Diamond, il coach di Mila e Shiro, era semplicemente un ubriacone abusivo e probabilmente pedofilo. Perché nessuna diceva niente? Perché nessuno si lamentava? Tutti sapevano e nessuno parlava, né Mila, che faceva la suffragetta dei miei coglioni ma poi stava zitta e buona e prendeva sprangate nelle gambe da Diamond, né Nami, che probabilmente sotto sotto ha subito anche forme d'abuso più pesanti, né Shiro, notoriamente destinato al genere femminile come il prossimo cd di Lady Gaga. 


Cosa fa Federica Pellegrini quando non nuota? Ruba i fidanzati delle altre, si lamenta di avere tutta la federazione contro e licenzia un allenatore. Per carità, brava quanto volete, ma quand'è che si sveglia con una forma grave e non curabile di idrofobia? Odiosa e supponente. Magnini, salvati almeno tu. Marin, che dire, mi casa es tu casa. 


Citare le frasi di Fabio Volo su Facebook sulla profondità dell'amore, sull'impenetrabilità dell'anima e sul dualismo mente-cuore non fa di te una persona profonda. Ma poi dico: cita Coelho, cita Brecht, cita Tarzan (arh arh arh), ma che credibilità ha uno che passa tre quarti della sua vita con la testa più in basso delle spalle? 


E no, non sono capace di andare a capo. 

mercoledì 3 agosto 2011

TU

Tu, ti rendi conto di essere una favola in cui credi solo tu e chi ti sta attorno? Sai cosa so adesso di te e sai che sono contento di non avere più a che fare con te?
Tu, invece, mi hai semplicemente confermato quello che ho sempre pensato riguardo al poco interesse nei miei confronti, e anche coi tuoi ultimi comportamenti ti sei dimostrato piccolo così.
Tu sei speciale e sto sempre bene con te, ma a volte mi fai paura. E questo non va bene, ma non credo che le cose cambieranno. Vorrei dedicarti più tempo.
Tu devi rialzarti e dimostrare quanto vali. E ti capiterà di farlo in modi sbagliati, ma dovrai capirlo e correggerti in corsa.
Tu non ti rendi conto di chi hai di fianco, vorrei poterti aprire gli occhi se solo la cosa non ti uccidesse di netto.
Tu sei la curiosità che non ho mai soddisfatto, ma i tempi sono sempre stati troppo sbagliati.
Tu non sei nessuno per trattarmi così.
Tu sei un enigma, non so quanto sei vero, quanto sei semplicemente insicuro, ma non mi fido di te.
Tu invece racconti balle e non so perché lo fai. Probabilmente soffri, ma la cosa non mi riguarda.
Tu sei fondamentalmente un insicuro che ne ha passate parecchie. Ma sei abbastanza cattivo, quindi continua a starmi lontano.
Tu sei un egocentrico pieno di te che non sa cosa significhi pensare agli altri. Prevedo una vita di solitudine, affettiva e non, per te.
Tu mi ami, ma devi metterti più in discussione per avere un rapporto di testa con me.
Tu sei un miracolo, non perderti per strada e trova in te la forza innata che hai sempre avuto.
Tu sei fondamentale per me e stai passando un momento delicato. Spero di poter sempre contare su di te e di non sentirmi troppo spesso "messo da parte".
Tu sei solo una grossa delusione. Sei la dimostrazione che prima di dare una seconda possibilità bisogna pensarci mesi. Figurarsi una terza e una quarta.
Tu sei schivo. Hai la tua vita, ma vorrei farne parte maggiormente, perché tu mi hai sempre capito al volo.
Tu, non confondere le novità sentimentali con l'andare a letto con un ragazzo diverso ogni giorno.
E tu non credere di essere confusa e sfortunata in amore, sei solo un po' mignotta.
Tu lo sai che la tua ragazza ti fa le corna?
Tu devi morire. E anche tu, e tu. E tanta altra gente con voi.
Tu dove sei? Perché non posso chiarirmi semplicemente le idee come facevo di solito con te?
Tu sei degno della mia stima, vorrei fossi più concentrato su ciò che ti dico.
Tu sei un'amica ritrovata, continua a esserci, siamo sempre stati bene insieme.
E tu, non so come vada la tua vita, spero solo vada meglio della mia.

lunedì 1 agosto 2011

I'M BACK, BITCHES

Il problema è che dall'estate del 2005 ad oggi, ho sempre avuto un blog. E poco importa se Live Spaces ha deciso dall'oggi al domani e senza avvisare di chiudere tutti i blog e trasmigrarli su Wordpress, cancellando inesorabilmente tre anni e mezzo testuali della mia vita. Il punto è che io ho sempre avuto un blog, prima là e poi qua.
Poi c'ho provato con Tumblr, ma non ha funzionato. Come quei ragazzi fighi che vedi da fuori e dici "chissà com'è starci assieme" e poi vedi che pensano solo a una cosa. E non dico per dire, questa è la mia bacheca di Tumblr in questo momento. Non fraintendetemi, Tumblr è carino e tutto. Ma basta seguire, anche per errore, uno qualsiasi dei blog specializzati in nudi artistici, e la bacheca è intasata per sempre. Capite bene che uno non può fare il serio in quel contesto. Certo, la comodità di Tumblr sta nel fatto che niente è censurabile, che foto e video vanno in scena senza filtri di sorta. Ma diciamo che non è il luogo ideale per bloggare. Quando vorrò darmi al porno amatoriale come un Chris Crocker qualsiasi, pondererò di tornarci fisso. Per il momento userò Tumblr come merita: per ribloggare gif animate e postare le fotografie di Instagram più riuscite grazie ai miracolosi filtri rosso/bianconeri.

E niente, ci risiamo. Che la notizia si diffonda in lungo e in largo, il livello di questo postaccio torna ad alzarsi, finalmente.