giovedì 23 dicembre 2010
martedì 16 novembre 2010
PAUSA
mercoledì 3 novembre 2010
LIFECHANGING MOMENTS
domenica 24 ottobre 2010
AVVISO
lunedì 18 ottobre 2010
BITA 2 - IL 2007 CHE CAMBIO' TUTTO - 7^ PUNTATA
sabato 16 ottobre 2010
QUELLA STRONZA DELLA BALLERINA
lunedì 11 ottobre 2010
BITA 2 - IL 2007 CHE CAMBIO' TUTTO - 6^ PUNTATA
farti scudo col mio cuore
da catastrofi e paure"
lunedì 4 ottobre 2010
BITA 2 - IL 2007 CHE CAMBIO' TUTTO - 5^ PUNTATA
se cado giù sei mia
risalgo e tu sei mia
lascia che sia come vorrei
domenica 3 ottobre 2010
LIBRERIA - THE END
lunedì 27 settembre 2010
BITA 2 - IL 2007 CHE CAMBIO' TUTTO - 4^ PUNTATA
Packed your bags and you're leaving home
Got a one-way ticket and you're all set to go
But we have one more day together, so
Love me like there's no tomorrow
Hold me in your arms, tell me you mean it
This is our last goodbye and very soon it will be over
But today just love me like there's no tomorrow
Libera il tuo cuore
Da quelle paure
Che non ti fanno vivere.
Serve più calore
Basta col dolore
Che ti toglie il sonno e l'anima
Per poter provare
Tutta l'emozione
Per donare amore e riceverlo
Guarda che ci sono
Sono qui vicino a te.
RIT: E anche se non puoi
E anche se non mi vuoi
Io non forzero'
Quello che sei non si può scrivere
E' troppo forte, più grande di me
Ma nella mia mente
Per le mie mani
Resti comunque la cosa più bella che c'è
Quando senti il cuore
Che fa quel che vuole
Quando un giorno muore e non sei qui
Ho bisogno ancora
Delle tue parole
Della sensazione più semplice
Ora che sto bene
Che dormiamo insieme
E la notte vola vicino a te
Non so respirare
Se tu non respiri su di me.
lunedì 20 settembre 2010
BITA 2 - IL 2007 CHE CAMBIO' TUTTO - 3^ PUNTATA
lunedì 13 settembre 2010
BITA 2 - IL 2007 CHE CAMBIO' TUTTO - 2^ PUNTATA
lunedì 6 settembre 2010
BITA 2 - IL 2007 CHE CAMBIO' TUTTO - 1^ PUNTATA
Premessa. Quello che racconterò nelle prossime tredici settimane non è facile da raccontare, né tantomeno da scrivere. È un viaggio nella mia testa alla riscoperta di eventi che ho parzialmente rimosso, che mi hanno fatto soffrire e mi hanno, di fatto, cambiato. Come persona e come carattere. Non rinnego (quasi) nulla di quello che leggerete: se c’è stato è semplicemente perché il destino ha deciso che quello doveva essere il corso delle cose per farmi arrivare dove sono ora. Durante tutto il 2007 ho fatto cose di cui non vado fiero, che col carattere attuale sicuramente non farei, ma che mi hanno comunque insegnato qualcosa. Vi chiedo di leggere e giudicare ciò che vedrete sulla base di queste premesse, perché avrete di fronte l’anno di un ragazzo di diciannove anni ancora non del tutto formato, alle prese con le prime scelte importanti della sua esistenza.
Introduzione. Se volete leggere i primi traballanti approcci di un ragazzino accecato dagli ormoni o le notti di passione tra Ciclope degli X Men e Spiderman, se volete ridere con me di persone strambe e dei miei goffi colpi di fulmine o se semplicemente vi interessa dare un’occhiata ad una normale routine di un ragazzo universitario, questo non è il racconto adatto. O meglio, non lo è più. Per quello c’è la prima stagione di Bita, che trovate qui e che magari, leggendo tra le righe, vi potrà abituare a quello che scriverò da ora in avanti. Perché in fondo noi siamo il risultato di quello che ci è capitato e di come l’abbiamo affrontato. Nel bene e nel male.
Il mio 2007 comincia nel primo pomeriggio del 10 Luglio 2006. Nemmeno 24 ore prima insultavo un francese pelato ed esultavo per le vie di Brescia festeggiando la prima coppa del mondo italiana vista con i miei occhi, ora stavo serenamente seduto di fronte al computer conversando di questo e di altre inutilità nella chat del mio sito. Piuttosto “amato” dagli utenti, in quanto admin, trovavo spesso richieste nella messaggeria privata per poter parlare su msn messenger con me, per avere la possibilità di sapere che tipo era, quell’Alex87 che scriveva articoli e cazziava la gente sul forum. La richiesta del suo contatto messenger, però, partì da me. Dietro a quel nickname che richiamava una celebre canzone dei Queen si nascondeva un ragazzo molto intelligente, i cui post sul blog non mancavano mai di stendere per la loro chiarezza espressiva e sintattica, senza mancare mai di quella buona dose di ironia che piaceva così tanto a me. Gli mandai un mp e gli chiesi il contatto. Quando lessi la sua risposta lo aggiunsi con lo stesso meccanismo automatico che tutti noi abbiamo messo in pratica decine e decine di volte, senza sapere cosa avrebbe comportato.
Nel primo pomeriggio del 10 Luglio 2006, mentre il mio nome su msn ancora ricordava la vittoria della sera prima urlando “campioni del mondo”, N. mi scrisse per la prima volta.
“Ciao!”
- Ciao!
Non ricordo altro, ma sono sicuro di quei due punti esclamativi. Gli risposi nello stesso modo in cui mi aveva scritto. Ciao! Quel 10 luglio 2006 la mia vita cambiava per sempre, innescando di fatto una sequenza di eventi che mi porta ad essere qui a raccontarvela.
Mentre le mie giornate erano disturbate dall’infatuazione per M., quel compagno di classe così clericale con cui si era avuto un approccio ravvicinato del terzo tipo durante la gita di quinta, le serate si concludevano con la possibilità di vederlo, in compagnia, e uscirci sognando che un giorno le cose sarebbero cambiate per sempre. Alla fine di una di queste serate, tornato a casa sconsolato per chissà quale segnale male interpretato o con chissà quale speranza infranta, contattai N. Ce l’avevo in lista ormai da qualche settimana, ma non ci avevo mai parlato seriamente, se non per chiacchierare di qualche utente, qualche programma televisivo o qualche preferenza musicale. Ero giù, ne approfittai per sfogarmi. Gli raccontai tutto di M. senza farmi problemi del fatto che stessi parlando di un’infatuazione verso un ragazzo, convinto che comunque mi avrebbe potuto capire. Mi raccontò di una sua situazione simile, per una persona alla quale non aveva avuto il coraggio di dichiararsi, che gli aveva lanciato segnali ambigui facendogli vivere, di fatto, una situazione molto simile alla mia. Mi ricordo la frase “se non abitassimo così lontani sarebbe la classica sera per andare fuori a bere qualcosa e raccontarcele di persona, queste cose”. Lui era pugliese, del gargano. Lui lo sperone dello stivale, io, probabilmente, più in alto dell’attaccatura delle stringhe. Rimanemmo a parlare fino alle due. La sua vaghezza in determinate risposte mi fece cominciare a dubitare di un’eterosessualità che avevo dato assolutamente per scontato. Qualche giorno dopo, con estrema fatica, gli tirai fuori la confessione che ormai immaginavo. Anche lui gay, anche lui ossessionato da un ragazzo etero che non lo ricambiava e non poteva farlo.
Le conversazioni aumentarono di volume: cominciammo a sentirci più spesso; io lo tenevo aggiornato sulla situazione con M., lui mi parlava del suo lavoro, della sua famiglia. Cominciammo anche ad affiancare a queste discussioni riflessioni più intime, sull’omosessualità, su come ci percepivamo e, perché no, anche qualche sana discussione sui ragazzi e sui calciatori. Gli piacevano i calciatori, come dargli torto. Lo scambio dei numeri di telefono arrivò con estrema naturalezza. Intendiamoci, non era da me conoscere gente su internet e scambiarmici il numero, né tantomeno farci notte quasi tutte le sere per parlare praticamente di tutto. Con N. questa cosa arrivò naturale e spontanea. Ora le conversazioni su msn vennero affiancate da qualche messaggio, con cui ci si teneva compagnia quando non avevamo la possibilità di parlarci tramite computer.
Quello che, secondo me, ha cominciato a cambiare tutto è stato un litigio, arrivato intorno a novembre, in cui il rapporto cominciò a virare in una direzione assolutamente imprevedibile. Oltre a quello, presi la scelta definitiva per quanto riguardava l’università, puntando tutto su un’altra città. Il test ai primi giorni di settembre, che tentai con lo spirito del “come va va” fu invece il punto fermo per i miei successivi quattro anni di studi. Non potevo sapere che anche quella scelta si sarebbe un giorno incrociata con quelle di N., non potevo sapere cosa sarebbe diventato, da lì a pochi mesi, quel semplice contatto virtuale dall’altra parte dell’Italia.
(continua)
martedì 31 agosto 2010
BLOG DAY 2010
BITA 2 - IL 2007 CHE CAMBIO' TUTTO - DA LUNEDI' 6 SETTEMBRE PER 13 PUNTATE
martedì 24 agosto 2010
...E UN ANNO SE NE VA
La verità è che la fine, l'esaurirsi dell'estate porta con sè un bagaglio di emozioni, paure e sconvolgimenti che mi atterra e mi fa vivere gli ultimi giorni come un'agonia, facendo cominciare al peggio la nuova "annata". Mi chiedo perchè l'ultimo dell'anno non sia stato posto qui, alla fine dell'estate, in effetti, visto che è con settembre che tutto riparte, i nuovi propositi hanno un senso d'esistere e si comincia davvero qualcosa di nuovo. Ad ogni livello.
Quando andavo a scuola vivevo malissimo la fine delle vacanze. Non come tutti i ragazzini, di più, molto di più. Non mi limitavo ad odiare le pubblicità spauracchio della Seven, della Invicta, Smemoranda, Gazzenda e tutta la linea scuola dei cartoni animati, io mi angosciavo e cambiavo canale, rovinandomi la giornata. Non andavo a comprare niente, se non giusto la nuova Smemoranda, facendomi tutte le medie e tutto il liceo con lo stesso zaino. Ogni cosa che poteva dare una parvenza di fine estate era un evento luttuoso che avvicinava l'irrimandabile.
I tedeschi che facevano il loro arrivo al residence al lago (loro cominciano le loro vacanze a settembre), il Festivalbar (quando c'era) che mandava in onda i promo delle finali all'Arena di Verona, Superquark che manda il sommario dell'ultima puntata, i programmi della mattina che pian piano rivanno in onda e tante altre cose. Ma su tutte, una. Le giornate che si accorciano.
Cosa mi angoscia? Tutto sommato solo il pensiero che un'altra estate se ne sia andata, e che non ne arriverà un'altra prima di 9 mesi. Perchè l'estate è l'unica stagione in cui mi sento quasi a mio agio. Perchè è l'unico periodo in cui ti metti una maglietta e un paio di jeans e sei a posto. Perchè è d'estate che si passa tanto tempo fuori e non si gela dal freddo. Perchè si vive la notte con una serenità quasi infinita.
E invece basta così, dopo 3 mesi tutto questo volge al termine. Niente più serate sul terrazzo del lago sotto la luna, niente più jeans+maglietta, niente più gardaland, niente più gelati e bibite ghiacciate, niente più sdraiarsi e dormire senza coperte. Che vi devo dire? Non mi va giù. Semplicemente non mi va giù.
[I goodbye dell'alba fanno sanguinare
Dimmi tu che cosa dovrei fare
Quando vengon corte le parole [...]
Per le strade usate la mia mente va
Scorterò i miei ricordi fino al mare
Fisso con lo sguardo per vederli decollare]
{Nicolas Bonazzi - "New York"}
sabato 7 agosto 2010
giovedì 5 agosto 2010
AGGIORNAMENTI BASE DALLA LIBRERIA
lunedì 2 agosto 2010
LAUREA-TO
- "prossimo!"
domenica 25 luglio 2010
TOY STORY 3
L'impatto del terzo capitolo, a seguito di questa breve premessa, assume tutt'altro significato. Toy Story 3 non è stato l'ennesimo (bel) cartone in 3D (tra l'altro è stata tipo la terza volta che questa tecnologia mi ha soddisfatto), è stato il completamento di qualcosa cominciato tanti anni fa. La scelta di non proseguire da dove si era interrotto, ma di focalizzare nella trama il salto temporale che ha cambiato tante cose anche negli spettatori di fine anni '90, ha pagato e decisamente fatto breccia in uno spettatore-tipo come me. La riconquista dei piccoli fan di Buzz e Woody avviene gradualmente, per combattere quello scetticismo iniziale dovuto alla crescita e alla mancanza di ricordi recenti, avviene da fuori e finisce dentro, al cuore. Lo so, sembra un'esagerazione, ma è solo sul finire del film che ci si rende conto di essere stati trascinati dentro, come era successo un decennio (!) fa, riaffezionandosi a quei pupazzetti e al loro rapporto con il protagonista, in cui è difficile non identificarsi. Si cresce, e Toy Story ce lo ricorda congedandosi nel modo migliore possibile, ricordandoci quanto era divertente essere bambini e soprattutto facendoci realizzare che è solo abbandonando quella fase e vedendola da fuori, che ci si può considerare davvero parte di un ciclo che non comincia con noi e nè con noi finirà.
Ed è dura accettare tutte queste cose tutte assieme. E Toy Story lo sa, e decide di condirtelo con qualche sana risata e, non indifferentemente, preparandoti con un cortometraggio Pixar iniziale ai limiti della poesia, mentre pian piano la poltroncina si fa più grande e i piedi faticano a toccare terra.
Voto: 8,5