martedì 30 agosto 2011

IL PERDONO /1

Il perdono è un concetto molto cristiano-cattolico, nella nostra cultura. Ci viene insegnato fin da piccoli che per essere perdonati dobbiamo pentirci veramente di ciò che abbiamo fatto, confessare la cosa ottenendo automaticamente l'espiazione totale della colpa. Pensateci, nella confessione cristiana, quella con cui veniamo cresciuti, impariamo che ci si può liberare del peso di ciò che di sbagliato abbiamo fatto periodicamente, con un rituale sempre uguale a se stesso. Si va, ci si "pente davvero", tutto va a posto da solo. La prima confessione - intesa come il sacramento religioso - probabilmente funziona davvero su questo principio. Complice la tensione della prima volta, un bambino di pochi anni ci crede davvero, al reale pentimento. Poi, volta dopo volta, anno dopo anno, tutto perde di significato e credibilità. I peccati - veniali, perché stiam pur sempre parlando di roba cattolica - vengono elencati a mò di lista della spesa, del reale pentimento finisce per non esserci più traccia. Hodettoleparolacce hodisubbeditoaimieigenitori hofattoicapricci nonhostudiato e via dicendo. Infila due parole a casaccio tornando a posto (o non farlo, che cambia?), segui il solito rituale e sarà tutto come se niente fosse successo. Ci vediamo tra qualche mese, meglio se prima di qualche festa comandata. 

Questo è il concetto di perdono con il quale cresciamo. Di base, ci viene fatto credere che tutto può essere concesso e perdonato. La disuguaglianza di questa religione, in cui trovo davvero impossibile identificarmi anche sforzandomi, parte dal fatto stesso che la persona non è degna di essere sia perdonabile che perdonante. In quanto peccatori blablabla, solo una figura di riferimento, su cui tuttavia nessuno può questionare, giudice di default, può perdonarci.

Così si cresce senza imparare a perdonare. Ognuno impara quest'arte di straforo, incastonandola nel proprio sistema di valori e nelle proprie abitudini, soprattutto immaginando cosa farebbe in una determinata situazione. Si ascoltano storie altrui e ci si chiede come ci si comporterebbe in prima persona. Nessuno ci insegna cosa significa perdonare e come si può far capire ad una persona cosa significhi essere perdonati, cosa passa per la testa dei due agenti, quello che deve farsi perdonare e quello che deve perdonare.

Io sono sicuro di non essere capace a perdonare. Che è diverso da non perdonare. Non saprei cosa fare, che rassicurazioni chiedere, che promesse far fare. Per come sono fatto, cerco di attenermi ai miei valori andando dritto per la mia strada. 

Una persona deve dimostrarmi qualcosa, anche solo per discutere reciprocamente la situazione relativa alla questione perdono. 

[continua]

Nessun commento:

Posta un commento