venerdì 27 luglio 2012

LA SETE


Vi ho mai parlato del mio rapporto conflittuale con lo stimolo della sete? Forse no perché la cosa è effettivamente peggiorata nel tempo arrivando all'attuale livello di insostenibilità, fissazione e patologia.

Di base ho sete. Sempre e comunque. Se non fossero brutti andrei volentieri in giro con quei cappelli à la Homer Simpson, solo non con la birra ma con qualsiasi altra bevanda. Analcolica, non è un inno all'ubriacatura adolescenziale questo post.

La passione per la Fanta magari meriterebbe un post a parte, la gola per qualsiasi altra porcheria - comprese la cedrata e il succo di pompelmo rosa frizzante - pure, quindi cerchiamo di rimanere in tema. L'acqua. Berrei sempre. E fatico a sentirmi appagato nella sensazione di sete. Certo, se ho una bottiglia piena bevo e la sete mi passa. Ma mi sembra di metterci più di una persona normale e di aver bisogno di bere molto di più. E più frequentemente, perché mi sento appagato per poco e dopo poco ho di nuovo bisogno di bere.

Al contrario dello stimolo della fame, che non conosco e mi permette di stare anche 12/18 ore senza mangiare senza che succeda niente (non ho disturbi alimentari, semplicemente se non mangio non ho fame, mi viene solo se guardo o sento profumo di cibo), la sete è qualcosa di mortale.

Non cambia (particolarmente) in base alle stagioni, alle ore della giornata (forse di sera di più) o al fatto che stia facendo o meno attività fisica. È una sete generica.

Soprattutto - e qui si entra nello psicotico - aumenta terribilmente quando so di non poter bere. Sono fuori casa, non ho la possibilità di comprare acqua, sono in viaggio, non ho soldi? Sete, terribilmente sete. Ho sete e il pensiero di aver sete mi fa avere una fottuta sete. La gola si secca, la bocca si stringe. Bere bere bere. E non posso. E la sete mortale.

Ho ovviamente googlato i sintomi e ne è uscito che potrebbe essere diabete o tumore al cervello. Le ultime analisi del sangue escludono il primo, penso avrei anche altri sintomi del secondo e poi è una cosa che ho più o meno sempre avuto.

Quindi cos'ho, dottore?

2 commenti:

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  2. Beh chiaramente non esiste solo il famoso diabete (dal greco "diabaino" passo attraverso ad indicare la grande produzione di urina) mellito ma anche quello insipido che non ha nulla a che vedere con la tolleranza glucidica e che risiede essenzialmente in un disturbo della produzione o della cinetica dell'ormone vasopressina. Dubito che nelle analisi che ti hanno fatto abbiano dosato la vasopressina o comunque che ti abbiano fatto dei test specifici di diagnosi. Esistono forme di tipo centrale ed altre invece in cui è mutato il recettore per l'ormone a livello renale. SI tratta di una malattia che presenta un ampio spettro di espressione e che talora si configura essenzialmente solo come un accresciuto senso di sete.

    Esistono poi forme di polidipsia detta psicogena (che verosimilmente conosci meglio di me) in cui non siamo in grado di trovare una causa organica e la buttiamo sui disturbi psicologico/psichiatrici. Dubito sia il tuo caso anche se l'aumento di sete che sperimenti quando sai che non può bere suggerisce una componente comunque psicologica.

    Ci sono poi forme neurogene in cui il problema risiede in malattie maggiori del SNC ma sei giovane e di sana costituzione quindi escluderei il problema a meno che sintomi non accrescano in modo improvviso.

    Peraltro pure io sperimento da sempre una sete simile alla tua e mia madre mi fece fare millemila analisi fin da quando ero piccolo. Il problema insomma non è così infrequente e spesso sono semplicemente forme leggere di diabete insipido specie laddove coesista una generosa produzione di urina.

    Il mio consiglio

    1) Valuta l'acqua che bevi in un giorno facendo il conto dei litri. Magari a te sembra di bere tantissimo ma è solo un'impressione.

    2) fare una visita specialistica endocrinologica in un centro competente onde valutare una volta per tutte se il tuo equilibrio idro elettrolitico è conservato e se la tua regolazione dell'osmolarità ematica è normale.

    Cordialità

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