martedì 4 agosto 2009

FACCIA DI SERPENTE

Una cosa di cui mi si può accusare è che ho una lieve tendenza all'insulto quando si litiga. Intendiamoci, non mi metto a dare del figlio di puttana al vecchietto che prova a passarmi davanti alla posta, lo faccio solitamente solo con persone con cui sono in enorme confidenza e non vado oltre i comuni "idiota, deficiente".
Perchè? Non lo so. Capita da sempre. E' svantaggioso anche perchè al momento del chiarimento post-litigio, vengo ri-messo sotto accusa per aver usato quei termini, mi si obbliga a chiedere scusa anche qualora sia stato abbondantemente dalla parte della ragione. Il problema è che non capisco come ci si possa offendere. Mi spiego. Se qualcuno mi desse dello scemo o della testa di cazzo, non potrei offendermi, perchè semplicemente so di non esserlo.
Al contrario, odio tirar fuori, durante i litigi, tutte le cattiverie del mondo, attaccando l'altro sulle proprie debolezze e infierendo rinfacciando magari le stesse confidenze che si erano ricevute con una certa dose di fiducia allegata. Non mi piace perchè stende definitivamente, subirlo può disorientare, fa perdere coscienza "di chi sono i buoni e chi i cattivi", se anche una persona di cui ti fidavi ti attacca sui tuoi punti deboli. Rinfacciare mi stende, tendo a non farlo mai. Pertanto, quando mi stufo di argomentare, quando ho palesemente ragione e mi passa la voglia di guadagnarmelo con esempi ed eloquenza (tanto spesso una vittoria in tal senso non viene nemmeno riconosciuta), farcisco il tutto di insulti. Danno forza e colore. Sono anche folkloristici, volendo.

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