martedì 28 luglio 2009
venerdì 24 luglio 2009
mercoledì 22 luglio 2009
TRANQUILLO, NON SI TAGLIA
Yahoo answer è una fonte di ispirazione infinita. Oltre alle domande sensate, migliaia di utenti pongono delle questioni totalmente inutili. Alcuni gli rispondono seriamente, altri sfiorano il geniale (la "miglior risposta" aveva provato personalmente?)

sabato 18 luglio 2009
HARRY POTTER E IL PRINCIPE MEZZOSANGUE

Voto: 7,5
mercoledì 15 luglio 2009
sabato 11 luglio 2009
COSE CHE CAMBIANO
Per molti un fallimento d'università potrebbe essere una bocciatura cronica ad un esame, l'andare fuori corso, non riuscire a trovare l'indirizzo adatto alle proprie capacità, trovare un corso ostico. Per me non è propriamente così. Intendiamoci, non stapperei lo champagne in nessuno di quei casi, ma solo qualche sera fa ho realizzato quello che per me è un fallimento propriamente detto.
Se penso che in tre anni di università le persone con cui ho legato e con cui ho passato i primi meravigliosi anni, per un motivo o per un altro, non ci sono più, mi prende male. Uno, il ragazzo trascinatore che legava il gruppo se ne è andato poco dopo l'inizio del secondo anno. Non ce la faceva, non aveva voglia di studiare, aveva trovato un lavoretto, dopo qualche esperienza da Mac Donald's e simili. Per me questa partenza è stata devastante; non so perchè, forse sentivo che si sarebbe rotto qualcosa. Non sapeva neanche di me, non era una forte amicizia; semplicemente con lui tramontava il periodo bello dell'università.
Mamma mia, sembra paurosamente un post di River fino ad ora. Me ne scuso.
Tolto lui, rimaneva un gruppo di ragazze pronte ad odiarsi, come nella loro natura, per stronzate. O motivi di studio. Una letteralmente ossessionata, chi non aveva la media del 30 non aveva il senso della responsabilità, un'altra più sballata e indietro di mille esami, una via di mezzo particolare, un po' bandierina tra i vari gruppi, altre ragazze minori, già passate alla concorrenza. Motivi di lavoro, di corsi a scelta ci hanno diviso definitivamente, fino ad arrivare ad oggi, dove nell'ultimo mese ho sentito solo una di loro, per parlare della sua tesi di laurea.
Per me questo è un fallimento. Non so loro, ma ho investito molto sentimentalmente. A metà di quest'anno ho provato a chiarirglielo: sembrava di avere ottenuto qualcosa, ma si è spento in un amen. Certo, per ogni persona persa ce n'è un'altra fantastica che arriva. Ma non è quello il punto.
Sostanzialmente mi spiace e mi devasta il tempo che passa, la sensazione inarrestabile del cambiamento delle persone, delle strade che, volenti o nolenti, si devono dividere.
Il problema è che il tempo passa, le persone pure e restano solo i ricordi. E per quanto sia ingeneroso incolpare qualcuno di non volerli tenere vivi, pare assurdo essere condannati ad essere gli unici a preoccuparsene. Tutto qui.
lunedì 6 luglio 2009
POLVERE DI STALLE

Il bagno, appunto. Non lo puliamo da 3 mesi pieni. Mi fa ridere ripensare ad una scena vista di recente a "Cambio Moglie" su Sky in cui una delle protagoniste si lamentava della presenza delle "goccioline" nel rubinetto. Da noi la cosa più pulita sono i capelli. Dubito che le macchie di dentifricio vadano via, credo potremmo spacciarle per una fantasia del lavandino. Polvere ovunque (ma sfido a trovare un posto senza), il tutto a corollario di una doccia che ha più confezioni vuote di bagnoschiuma che piastrelle. Troppo difficile trascinarli fino al cestino della plastica. Anche perchè la differenziata, manco a dirlo, non la facciamo più. Usciamo di notte o di prima mattina a buttare lo sporco, quando la portinaia non c'è e non può controllare.
In cucina le cose non vanno meglio. Una volta ho mangiato un'insalata scaduta da un mese (e non mi è manco successo niente), le date di "preferibile consumazione" non sono propriamente il primo dato che osserviamo. Non per niente, per terra ci sono dei segni neri che, se non sapessi da dove vengono, mi darebbero da pensare che si sia corsa una tappa della Parigi Dakar. Perchè lavare un pavimento che tanto è destinato a sporcarsi in un giorno? Il divano, che ci venne consegnato rosso, ora giace in un angolo inutilizzato, tra macchie marroni e oggetti plastificati che spuntano dalle sue zone buie.
Come potrebbe fare eccezione la camera da letto? Un clochard avrebbe schifo a viverci e preferirebbe un dignitosissimo cartone di Mediaworld. La polvere qui è davvero ovunque. Non so come si riformi, so solo che nel tempo di 48 ore ce n'è più di prima, anche in questo caso l'unica assunzione è "inutile pulire". Gli ammassi sono ovali, dopo essersi annidati sotto i letti hanno invaso la zona-televisione, puntando alla scrivania. Sono densi, grossi, ovali e grigi grigi. Non mi stupirei se ne trovassi uno sul cesso, col giornale aperto e una tazza di caffè, la mattina appena sveglio. Il tappeto nasceva arcobaleno e muore nero. Non ci camminerei a piedi nudi neanche da sonnambulo. La scrivania è inutilizzabile. "Qui studieremo". Sì, un piano per conquistare il mondo: è completamente sommersa da fogli, libri e bottiglie di plastica vuote. Le sedie sono comodi poggia-vestiti. Invernali, tra l'altro. La poltrona non viene mai usata per vedere la tv perchè è a sua volta piena di vestiti, più o meno puliti.
Il tutto è il regno del disordine, anche se per assurdo sappiamo benissimo dove cercare ciò di cui abbiamo bisogno. Raccontato così credo che faccia molto schifo, ma in realtà viverci è fattibile.
E' questione di pigrizia. Non ce la faccio. Se devo lavare i piatti rimando il più possibile. Ho addirittura lasciato due bottiglie di latte semi-piene fuori dal frigo per tre settimane. Quando le ho dovute svuotare, minacciato da tutte e tre (ma la vita con 3 ragazze non sarebbe dovuta essere più 'pulita'?), è uscita una sostanza liquida-trasparente al sapore di fragole e vomito. Il blocco di ciò che era diventata mozzarella, invece, non voleva saperne di lasciare la bottiglia. Tutto nel contenitore della plastica, chiaramente, alle due di notte.
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